Menu principale:
Storia
Ceresole Reale: paese che sorge nell'alta Valle Orco.
Il Paese è di probabile origine Celtica e conserva alcune tracce della dominazione romana, infatti nei corridoi sotterranei delle miniere di Bellagarda e Cuccagna sono presenti alcune iscrizioni latine. In merito la tradizione locale dice che l'Impero Romano condannava i Cristiani ai pesanti e rischiosi lavori di estrazione. Dalle antiche vittime delle miniere trae anche origine il culto di San Meinerio, simbolo di tutti i martiri della fede.
Le prime notizie accreditate riguardo a Ceresole, risalgono attorno all'anno mille, quando l'alta Valle Orco fu donata dall'Imperatore Ottone III al Vescovo di Vercelli.
Nel corso del secolo successivo i territori passarono invece alla famiglia dei Valperga, che concesse gli statuti nel 1338. L'estrema povertà e le angherie dei nobili spinsero però la popolazione a insorgere pochi anni dopo, quando in Canavese dilagò la rivolta dei Tuchini.
La pacificazione avvenne soltanto nel 1449 e, nonostante i valligiani pagassero la somma di duemila fiorini per dipendere soltanto dalla giurisdizione dei Savoia, tornarono ben presto sotto il dominio dei Valperga.
Nel 1794 gli abitanti di Ceresole respinsero i francesi repubblicani che tentavano di invadere il territorio dopo aver valicato il Colle della Galisia.
A partire dal 1862 Ceresole si fregiò del titolo di "Reale", ottenuto per concessione di Re Vittorio Emanuele II, al quale il Comune aveva ceduto gratuitamente il diritto di caccia a camosci e stambecchi.
Nel 1700 si riteneva che gli stambecchi, oggetto di una caccia spietata a causa delle credenze riguardanti le qualità magiche e curative di molte parti del loro corpo, fossero ormai estinti in tutta Europa. Un centinaio di esemplari era invece sopravvissuto fra i dirupi del massiccio del Gran Paradiso, entro i confini del Regno Sabaudo
Fu così che, tra il 1854 e il 1864, Vittorio Emanuele istituì la Riserva Reale del Gran Paradiso, creata mediante la cessione del diritto di caccia da parte dei comuni valdostani e canavesani al sovrano, che avrebbe esercitato in esclusiva l'arte venatoria.
Negli anni venne così costruita una fitta rete di mulattiere che dovevano facilitare i percorsi effettuati dal sovrano e che oggi offrono al Parco ed al territorio di Ceresole un'eccezionale accessibilità pedonale sino ad alta quota.
Il Re formò poi un gruppo di guardie specializzate e fece tracciare una serie di sentieri che mettevano in comunicazione i vari casotti di caccia: attualmente escursionisti e guardaparco si avvalgono della medesima rete viaria, con l'intento di ammirare e proteggere la flora e la fauna alpina.
Il 3 dicembre 1922 con il Regio Decreto la Riserva reale veniva donata allo Stato Italiano affinché divenisse un Parco per la salvaguardia delle bellezze naturali: nasceva così il "Parco Nazionale del gran Paradiso"
Una tappa fondamentale nella storia di Ceresole Reale risale agli anni compresi tra il 1925 ed il 1931, nel corso dei quali fu eretta l'imponente diga dell'A.E.M. di Torino.
Secondo la tradizione locale, nella conca di Ceresole già in epoca remota esisteva un lago, ma si prosciugò a causa della rottura del diaframma di rocce che chiudeva l'imbocco delle Scalee. L'odierno bacino costituisce invece una delle principali attrattive turistiche del paese